Intervista a Jack Roland, autore de Il priore oscuro
Oggi è con noi Jack Roland, autore del romanzo dark fantasy Il priore oscuro, vincitore del Premio Cittadella 2025.
Ho letto Il priore oscuro per il gruppo di lettura di Malebolge (qui la sua recensione), e ho avuto il piacere di scambiare qualche chiacchiera con il suo autore.
Jack Roland è ormai uno dei nomi di spicco del dark fantasy italiano e non mi sono quindi lasciata sfuggire l’occasione di proporgli un’intervista. Non solo perché con il mio blog cerco di diffondere e far conoscere la narrativa dark nostrana, ma anche perché lui si è rivelato una persona gentilissima e piacevole, cosa che ha reso il nostro scambio ancora più interessante.

Ciao Jack e benvenuto sul mio blog!
Chi è Giacomo Berdini, l’uomo che si cela dietro lo pseudonimo di Jack Roland?
Bella domanda, a volte me lo chiedo pure io!
Penso di essere un nerd mancato, da sempre appassionato di libri, fantasy, fantascienza, film horror, medioevo. Sono cresciuto tra montagne e boschi, poi mi sono laureato in Storia a Milano.
Per destino, culo, tenacia (forse un po’ di bravura?) lavoro come autore e sceneggiatore da circa 15 anni. Ho iniziato come stagista, senza parenti o amicizie potenti, e poi ho cercato di cogliere tutte le opportunità che mi sono capitate: dalle serie Tv Disney, al varietà della RAI, alla commedia demenziale, alla sitcom, cercando di dare sempre il massimo. Amo scrivere da quando sono bambino e ho sempre voluto farne un lavoro. Poi, nel tempo libero, il lato oscuro di Giacomo emerge dalla sua foresta piena di creature e cavalieri in armatura… e così è nato Jack Roland.
Vuoi raccontarci Il priore oscuro in pillole?
Più che in pillole, proverò con una salva di archibugi:
Un cavaliere risorto dalla morte.
Una veggente pazza.
Una donna gatto.
Una regina disprezzata.
Dodici divinità drago.
Una strega bambina.
Un morbo.
Un mondo in rovina, mostri, demoni vampiri, lanzichenecchi, battaglie campali, sesso, sangue… serve altro?
Come è nata l’idea di scrivere questo romanzo? Raccontaci qualcosa sulla sua genesi.
Non scrivevo più narrativa da anni. Avevo pubblicato nel 2015 e 2016 ma non ero maturo. Né io né le mie storie. Poi la mia vita personale ha subito un grande cambiamento che ha rimodellato la mia esistenza; quasi una morte e rinascita, capace di liberarmi da una serie di vincoli invisibili, limiti, barriere mentali. Ne sono uscito più sincero, più me stesso, protagonista della mia vita e non relegato al ruolo che gli altri mi assegnavano. Come risultato, mi sono innamorato come non mi succedeva dall’adolescenza e, con l’amore, è tornato il bisogno di scrivere, la voglia di vivere un’avventura che desse forma e senso a questa rinascita.
Ogni autore mette qualcosa di sé in ciò che scrive. Quali parti di Giacomo sono presenti ne Il priore oscuro?

Ci ho riversato tutto quello che sentivo in quel periodo, anche una certa visione del mondo. Ci ho messo tutto ciò che mi affascina, che mi piace, passioni e interessi, dalla letteratura ai videogame, il gusto per i dialoghi, l’ironia, luoghi che ho solo sognato, paure, incubi… Non credo di aver mai scritto una cosa così onesta in vita mia. Peculiare che sia un dark fantasy ma, evidentemente, nei recessi bui della mia mente… ci sono davvero i mostri!
Quando si parla di dark fantasy italiano, viene ormai naturale nominare il tuo romanzo. Ti aspettavi che sarebbe diventato un punto di riferimento nel genere?
Ti ringrazio davvero ma non credo sia diventato addirittura un punto di riferimento. Sono contento che alla maggior parte dei lettori e alla giuria del Cittadella sia piaciuto, ecco. Ero molto disilluso riguardo il panorama fantastico (ed editoriale) italiano, quindi non avevo grandi aspettative. L’ho scritto senza considerare minimamente le tendenze, gli stili, i trend del genere… l’unico obiettivo era provare a pubblicare, se il lavoro fosse stato ritenuto degno. Ho scritto quello che piaceva a me come piaceva me: è stato bello e sorprendente scoprire che ci sono tante persone là fuori a cui piacciono le stesse cose!
Quali sono i tuoi prossimi progetti di scrittura?
Temo di essere poco realistico sul tempo che ho a disposizione per scrivere, comunque, a breve uscirà un mio racconto in una raccolta Grimdark, poi sto lavorando a un Libro-Game illustrato che racconterà una versione alternativa del Beowulf e, proprio in questo periodo, sto mettendo in cantiere le fondamenta di una nuova storia sempre ambientata nell’universo del Priore Oscuro. Oltre a questo, sto sviluppando un’altra idea per un romanzo dark ambientato nel 1917, ma non il mondo che conosciamo noi…
E in ultimo, prima di salutarci. A chi consiglieresti Il priore oscuro?
Per fare il furbo dovrei dire: a tutti!
Ma no, direi che è il libro ideale per chi vuole evadere, per chi ama ambientazioni cupe, personaggi tetri, per chi vuole vivere un’avventura a cavallo tra l’epico e l’orrifico, tra la vita e la morte. È una favola oscura che, pur parlando di mostri, stregoneria e divinità, alla fine ha un’anima molto umana.
Grazie per questa intervista!
Grazie mille a te per avermi ospitato e, soprattutto, per aver dedicato del tempo al mio libro!
Se vuoi conoscere la scrittura di Jack Roland, puoi trovare Il priore oscuro su Amazon.
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