Recensione de La pietra delle anime di Laura Costantini
La pietra delle anime è l’ultimo romanzo di Laura Costantini per Dark Abyss Edizioni.
Ne avevamo già parlato qui, insieme all’autrice, e Laura era riuscita a suscitare la mia curiosità con sole tre parole: folklore nativo-americano.
Successivamente, La pietra delle anime è stato selezionato dal gruppo di lettura di Malebolge, un’iniziativa dedicata a sostenere il dark fantasy italiano. Non mi sono quindi fatta sfuggire la possibilità di partecipare e di leggere il romanzo di Laura insieme agli amici di Malebolge.
Come risultato dell’esperienza, ecco la mia recensione.
Trama
La morte può essere solo un ostacolo superabile? Bridger Colton, reduce della I Guerra Mondiale, vuole crederci e si attacca con tutto se stesso a quest’assurda affermazione che il caporale Zed Smith gli ha affidato insieme a un compito. Per questo parte verso la baia di Quinte, sul lago Ontario. Pensa di dover restituire alla madre di Smith un amuleto, finisce invece in una realtà fatta di magia oscura e visioni inquietanti. A guidarlo è il giovane Piuma Nera, carceriere e carnefice. Il devastante potere della Pietra delle Anime non può soffocare la loro voglia di vivere, ma una lotta spietata tra custodi, lupi e sciamani si scatenerà contro di loro.

Recensione
La pietra delle anime è ambientato all’indomani della Prima Guerra Mondiale. Il protagonista, Bridger Colton, è un reduce segnato nel corpo e nell’anima, vincolato da una promessa: riportare alla famiglia del caporale Zed Smith, morto in battaglia, un amuleto carico di significato.
Quella che inizia come una missione solitaria si trasforma presto in un viaggio da incubo, ma rivelatore, che lo conduce nel cuore dell’Ontario e della Tribù della Pietra, dove mito, magia e memoria si intrecciano.
Un romanzo che sfida i generi: tra guerra, amore e folklore
Con questo romanzo, Laura si riconferma una maestra. Non solo di scrittura – sempre precisa, senza sbavature, padroneggiata con esperienza e capacità -, ma anche di un altro talento: quello di giocare con elementi diversi, tematiche a più livelli e generi letterari apparentemente lontani, creando un prodotto con un’identità marcata, che sfugge a qualsiasi collocazione.
Poi nel silenzio assoluto di quella dimensione sorse un suono. Erano voci, migliaia di voci. Un coro infernale di dolore, rabbia, preghiera, pianto e follia.
La pietra delle anime, Laura Costantini
La narrazione ibrida dell’autrice riesce a coniugare dark fantasy e orrore cosmico, realismo storico e introspezione psicologica, tematiche LGBTQ+ e mitologia nativa.
Ne La Pietra delle anime c’è la guerra, con tutta la sua brutalità, ma ci sono anche momenti di tenerezza. Ci sono gli elementi fantastici, ma anche la cruda realtà. C’è una tribù di nativi americani, un ciclo di morti e rinascite e una pietra misteriosa che viene da un altro mondo. Ma c’è anche un ragazzo reduce dai traumi della guerra e di un’epoca che non accetta la sua sessualità.
Come mi è capitato di notare già nella recensione de Il Varcaporta, sempre della stessa autrice, una tale ricchezza di temi ed elementi, se gestita da chiunque altro, rischierebbe di sfuggire di mano. Invece Laura riesce a creare qualcosa di bilanciato e funzionale, che coinvolge il lettore a più livelli.
Certo, in un mondo editoriale con la tendenza a incasellare i libri e ad attribuire loro etichette precise, La pietra delle anime può risultare un po’ disorientante. Ma quando si smette di cercare di dare un nome alle cose e ci si abbandona semplicemente alla storia, la trama e i personaggi portano via il lettore senza difficoltà.
Un protagonista ferito e autentico

A proposito di personaggi, ho molto apprezzato Bridger. Lontano dalla figura dell’eroe classico, è un giovane uomo spezzato dalla guerra e da una società che considera sbagliata la sua identità. La scrittura di Laura è qui empatica e delicata, soprattutto nel descrivere la solitudine e l’autodenigrazione di chi si sente sbagliato.
Figlio della sua epoca, Bridger è convinto di essere lui quello fuori posto, quello fatto male, che non merita niente. Ecco quindi che si imbarca in una missione suicida, prima sorretto dall’amore per Zed, al tempo stesso luce e condanna, poi animato dalla convinzione rassegnata di non avere più niente da perdere.
Si sentì come uno strumento che venisse finalmente accordato e si adeguò, scivolando al proprio posto dopo un’intera vita trascorsa con la sensazione di essere escluso perché dissonante.
La pietra delle anime, Laura Costantini
Il percorso di Bridger è una discesa in un oblio sofferente sempre più fitto, finché non incontra Piuma Nera, un giovane nativo al quale invece è stato insegnato che un uomo può avere due anime, e dunque essere attratto da un suo simile senza che ciò costituisca uno scandalo.
“Hai fatto come Orfeo, capisci? Lui non si rassegnava alla perdita di Euridice e decise che sarebbe sceso direttamente all’inferno per andarsela a riprendere. A costo di prendere a pugni sul naso qualsiasi mostro cercasse di fermarlo. Solo che certi mostri sono troppo, troppo cattivi. E tu ti sei perso tra le ombre.”
La pietra delle anime, Laura Costantini
Il rapporto tra Bridger e Piuma Nera non è soltanto una storia d’amore, ma un percorso di accettazione e accoglienza, che porta a riflettere su quanto male facciano certi condizionamenti culturali.

Personaggi secondari e antagonisti
Alcuni personaggi, come Violet e Joe, restano un po’ più sfumati, e anche il loro rapporto viene trattato solo in superficie. Ma altri, come Margie e Hopper, sorprendono per densità e sviluppo. Le loro motivazioni sono forti, e aiutano a coinvolgere il lettore nelle loro vicende.
Gli antagonisti sono rivelati con attenzione crescente, pagina dopo pagina. Ma il messaggio principale che lascia il romanzo è che il male peggiore spesso non è un mostro di squame e denti affilati, bensì si trova dentro di noi, ha un volto amato o si cela dietro perbenismi e un concetto di decenza imposto dall’alto.
Un finale sospeso tra sogno e verità
Il confine tra realtà e elementi onirici si dissolve del tutto nel finale, lasciando spazio a una conclusione lirica, poetica e commovente. Il lettore resta con più domande che risposte — ed è proprio questa l’eredità più preziosa del romanzo, che lascia nel cuore un velo di commozione e in bocca un sapore agrodolce.
Perché leggere La pietra delle anime
Se cerchi una lettura profonda e coinvolgente che travalichi i confini tra i generi letterari, tratti tematiche queer e intrecci mito, storia e sentimento, allora questo libro fa per te.
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