Recensione di Sonata per la morte di un dio di Giacomo Arzani
Sonata per la morte di un dio, romanzo vincitore della prima edizione del Premio Arcimago, edito da Acheron Books, mi ha incuriosita fin dalla sua uscita. L’ambientazione originale mi ha solleticata subito, così, quando il libro di Giacomo Arzani è stato selezionato dal gruppo di lettura di Malebolge, mi sono unita senza pensarci.
Trama
Gli occhi di Eu sono luce, il respiro venti impetuosi e dalle sue ossa nasce la gravità. Ha unghie come carbone, sangue di metallo e lava e pelle di terra fertile su cui vivono i suoi figli, in una realtà scandita dai battiti di un cuore colossale.
È un continente, un mondo, un dio… e sta morendo.
Sulla Mano Manca, l’inventore Beto si accorge che la profezia dei suoi genitori si sta avverando. Insieme all’amico di sempre Rondo, parte su una nave volante di sua invenzione per comprendere le verità celate dietro alla fine di ogni cosa.
L’esistenza della schiava Mezzaluce è fatta di fuoco e cicatrici. Proprio dalla sua pelle straziata si risveglia un potere che attira l’attenzione del suo padrone e che la costringe a guidare il suo popolo in una fuga disperata dentro al corpo in rovina.
A Crocevia delle Lacrime, la novizia cieca Velia riceve un sussurro dello stesso Eu. Deve recarsi al cranio per salvarlo, e con lui tutti i popoli che lo abitano. Ma un dubbio minaccia la sua missione.
E se persino il Creatore potesse mentire?
Recensione

Sonata per la morte di un dio è un romanzo fantasy che colpisce fin dalle prime pagine per l’originalità della sua ambientazione. Non siamo su un pianeta né in un classico mondo fantastico, ma su Eu: un dio in carne ed ossa. O meglio, in dermasuolo, emomagma e fibrocarne.
L’intero corpo del dio costituisce il mondo in cui si muovono i personaggi. Un’idea tanto ambiziosa quanto ben realizzata.
Un’ambientazione unica e coerente
L’aspetto più sorprendente del libro è senza dubbio la costruzione del mondo. L’intero corpo di Eu è abitato, sia nella parte esterna che all’interno. Per giustificare la vita, è pensato nei minimi dettagli: dalla pelle e dal sangue che forniscono risorse vitali, fino all’attrazione ossea, sostituta della forza di gravità, che trattiene ogni cosa verso lo scheletro del dio.
Lo sforzo dell’autore è notevole e ben riuscito: il prodotto è un’ambientazione mai vista prima, in cui ogni elemento è innovativo, e tuttavia chiamato con dei neologismi che aiutano il lettore a orientarsi, trovando qualche riferimento nel mondo reale.
Cantasangue… Il primo movimento della mia sonata. La sonata per la mia morte.
Sonata per la morte di un dio, Giacomo Arzani
Tre protagonisti, tre voci distinte
Protagonisti del romanzo sono Mezzaluce, una schiava dedita all’estrazione dell’emoferro, Beto, un inventore fuori dagli schemi, e Velia, sacerdotessa del culto di Eu, con due cristalli al posto degli occhi. Per buona parte della narrazione, le loro vicende procedono su binari separati, ma l’impressione è fin da subito che le loro storie siano destinate a convergere, in quanto tutti e tre hanno un ruolo fondamentale nella tragedia che si sta consumando: Eu sta morendo, e il mondo sta per finire.
Una delle cose che più ho apprezzato nella scrittura di Arzani è la sua capacità di dare a ogni personaggio una voce riconoscibile. I capitoli sono introdotti dal nome del personaggio protagonista, ma anche senza questa indicazione sarebbe facile orientarsi, grazie alla caratterizzazione netta e credibile che emerge da ogni pensiero, gesto e parola.
Due araldi, tre popoli, che invece di contendersi morte e rinascita, combattevano insieme. Dalle macerie un germoglio.
Sonata per la morte di un dio, Giacomo Arzani
Uno stile immersivo, a volte impegnativo
La scrittura è immersiva, fortemente ancorata alla psicologia e alla percezione dei personaggi. Questo permette una profonda immedesimazione, ma può rendere inizialmente difficile orientarsi in un’ambientazione così complessa e inusuale. Il mondo di Eu non ha riferimenti diretti con la nostra realtà, e l’autore non indulge in spiegoni: il lettore è chiamato ad abitare quel mondo con pazienza e curiosità. Una sfida che, una volta accettata, viene ampiamente ripagata.
E poi, alla fine, la melodia morì, spezzata da un ultimo, poderoso battito, un guizzo grigio al centro di quel nuovo mondo. La Cuorcassa, nel suo ultimo sussulto. Era finita. Rimase il silenzio, una distesa fertile, un dio morto… Il futuro. Così tante cose nuove da scoprire, da vivere. Così tanta bellezza da gustarsi.
Sonata per la morte di un dio, Giacomo Arzani
Una storia che cresce nel tempo
I primi capitoli sono dominati dallo stupore e dal tentativo di comprendere le regole di un universo tanto originale. C’è un’alternanza ben dosata tra azione e momenti riflessivi, ma la sensazione è che la prima metà del romanzo serva soprattutto da preparazione. È nella seconda parte che la narrazione decolla davvero: le linee narrative si intrecciano, le tensioni esplodono, e le battaglie – epiche e coinvolgenti – si susseguono a ritmo serrato. Le rivelazioni finali sono ben orchestrate, e lasciano con un senso di compiutezza e soddisfazione.
Perché leggere Sonata per la morte di un dio
Sonata per la morte di un dio è per chi cerca un fantasy non convenzionale, capace di osare e di proporre un mondo radicalmente nuovo. Lo consiglio a chi ama le ambientazioni originali e visionarie, a chi apprezza le strutture narrative multiple e a chi non teme una lettura un po’ impegnativo, ma ripagata da un finale solido e appagante.
Puoi trovare questo libro su Amazon e sul sito della Acheron Books.
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