Sono bella? – Recensione
“Sono bella?” è un romanzo dell’autore californiano Jon Athan, tradotto e pubblicato in Italia dalla Dark Abyss Edizioni. Il romanzo attinge a piene mani dal folklore giapponese ed è una rivisitazione in chiave moderna della leggenda della Kuchisake-onna.
Ho approfondito la leggenda già in questo articolo. Ora che ho finalmente finito la lettura di questo libro, posso passare a recensirlo.
La trama
Mentre si trova a Tokyo per lavoro, Adam Miller vive un’occasionale notte di passione con la giovane Miki Someya, ma la ragazza sviluppa un attaccamento morboso nei suoi confronti e lo pedina per le strade di Tokyo.
Adam la evita, ma perde il controllo quando lei lo minaccia di raccontare alla moglie della loro relazione. In un impeto di rabbia, la aggredisce con brutalità e torna in patria per evitare le conseguenze legali.
Anni dopo, nella sua città dei bambini iniziano a scomparire. L’unico indizio conduce a una donna sfregiata e Adam sospetta che il passato lo abbia seguito fino a casa…
La recensione
Partiamo senza mezzi termini. Con un disclaimer, se volete. “Sono bella?” è un horror di quelli cattivi, in cui l’autore non ci risparmia i particolari delle efferatezze commesse dai suoi personaggi. È uno di quegli horror che solletica lo stomaco, che dà fastidio, che fa venir voglia di chiudere il libro. E di riaprire le pagine, un attimo dopo.
Jon Athan ci presenta uno spaccato di Giappone che solo qualcuno che lo conosce molto da vicino può descrivere. In mezzo, accenna anche un incontro/scontro di civiltà (orientale e occidentale), di generi (uomo e donna), di età, di modi di vivere l’amore, il lavoro, i sogni.
Miki è una giovane che si riscopre donna tra le braccia di Adam. Adam è un uomo che non disdegna di sfogare i suoi istinti quando si trova in terreno neutrale, ma una volta che rientra a casa si riscopre marito e padre di famiglia.
Si dice che il suo fantasma si avvicini ai bambini dopo la scuola, ponendo loro la stessa domanda: Watashi kirei? Sono bella?
Sono bella?, Jon Athan
“Sono bella?” parla di una normalità che ci è fin troppo familiare. Di persone uguali a tanti dei nostri conoscenti. Con i loro desideri, le loro speranze e i loro momenti di crisi. E poi, quando non te l’aspetti, riveste quella normalità di una violenza terrificante.
Non ci sono creature sovrannaturali in questo libro, i mostri hanno un volto spaventosamente umano.
Tanto Miki quanto Adam cambiano radicalmente, man mano che le pagine scorrono. Sono portati a confrontarsi con un mondo che fa paura, ma che è terribilmente reale.
L’autore non fa sconti a nessuno, non ha pietà, né indulgenza. Le descrizioni degli orrori non sono forzatamente brutali, sono solo (si fa per dire) dettagliate. Molto dettagliate.
Eppure non si può fare a meno di andare avanti nella lettura, di cercarne di più, in una sorta di sfida con l’autore per vedere fin dove è in grado di spingersi.
In una gara con i personaggi per scoprire fin dove giungeranno.
Per verificare se la violenza avrà una fine o se, una volta rivelata la sua vera natura, l’uomo si è definitivamente trasformato in demone, senza possibilità di ritorno.
Menzione d’onore per il folklore giapponese, reso benissimo.
Consigliato, ma non ai deboli di stomaco.
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Se questo libro ti ha incuriosito, scopri anche “Per ogni lacrima versata”, dello stesso autore.