Lisa Bilotti
Recensione - La Morte degli Dei – Il dito sulla corda
Aggiornamento: 6 giu
La morte degli Dei recensione

"La Morte degli Dèi - Il dito sulla corda" è il primo volume di una dilogia urban fantasy in cui la mitologia ha un ruolo dominante.
I protagonisti Gabrielle e Claud, apparentemente due persone normali alle prese con i problemi di tutti i giorni, si ritrovano, loro malgrado, coinvolti in una vera e propria Guerra Santa. Le pagine del libro si arricchiscono di mostri, Belve e divinità; parallelamente Gabrielle e Claud scoprono di essere molto di più di ciò che pensavano, e di avere un ruolo chiave in un conflitto al quale non possono sottrarsi. Lo stile di Palermo è pulito, diretto, curato, senza fronzoli inutili che possano appesantirlo. Il ritmo della narrazione è incalzante: fin dai primi capitoli il lettore si trova immerso nel pieno dell'azione. I personaggi e gli eventi vengono presentati in modo pulito e dinamico.
Gabrielle e Claud hanno delle caratteristiche che li rendono molto umani: sono fatti di luci e ombre, pregi e difetti. Vengono catapultati in un mondo che ignoravano (e che a tratti continuano a rifiutare), e il lettore si trova a condividere i loro dubbi e le loro domande. Sono due personaggi molto diversi tra di loro, eppure complementari. Hanno un approccio a volte antitetico rispetto agli eventi, tuttavia imparano fin dalle prime pagine a essere l'uno il riferimento dell'altra e il loro legame diventa un punto di forza. C'è ancora molto che vorrei sapere su di loro; l'autore ha gettato delle molliche interessanti, ma è chiaro che molto verrà esplorato nel prossimo volume. Molto buone anche le caratterizzazioni degli altri personaggi. Quelle che ho apprezzato maggiormente sono quelle delle antagoniste: appaiono profonde e vibranti e i capitoli dal loro punto di vista sono decisamente efficaci.
" Quel suono gli affondò un dolore sordo nel petto, lungo quanto un chiodo da crocefissione. A questo si riduceva la fede, allora? Un chiodo arroventato."
L'ambientazione è molto ricca. Le vicende dei due protagonisti (e delle loro antagoniste) si svolgono in vari Paesi del globo, correttamente differenziati per usi, costumi e atmosfere. Vengono coinvolte diverse tradizioni con i loro pantheon, e ciò che ho più apprezzato del libro è che le divinità e i miti trattati non sono tra i più scontati.
Ho percepito questo primo volume come un grande preparativo per ciò che avverrà nel secondo e ultimo. I personaggi si muovono tra i continenti come su una grande scacchiera, preparando mosse e contromosse in risposta ai movimenti dei nemici. Ciononostante, non mancano i momenti in cui si viene catapultati nell'azione. La lettura di questo libro mi ha lasciato tante domande, inoltre alcuni motori della storia restano nebulosi. Ma, trattandosi di un primo volume, confido che il seguito chiarirà ogni cosa e porterà la vicenda a un'epica conclusione.