Lisa Bilotti
Recensione - Inanna: Mitologia sumera
Aggiornamento: 6 giu
Inanna Mitologia sumera recensione

"Inanna: Mitologia sumera" è una rivisitazione in chiave horror del poema sumero “La Discesa di Inanna negli Inferi”. Da appassionata di mitologia ho molto apprezzato che, in questo momento fortunato per i retelling mitologici, l'autrice abbia scelto un pantheon poco conosciuto.
An, Enil, Enki, Inanna e Ereshkigal fanno la loro comparsa, muovendosi tra cielo e terra, mondo divino e profondità dell'inferno. Tutte le divinità sono tratteggiate con dovizia di particolari, manifestando la preparazione dell'Imineo e il suo lavoro di approfondimento.
Sebbene l'elemento mitologico sia un grande pregio di questo libro, non è il solo. "Inanna: Mitologia sumera" è una lenta discesa nell'abisso, qualcosa alla quale il lettore si trova a partecipare con tutti i sensi.
Lo stile di Emanuela consente di immergersi completamente nelle vicende dei personaggi, cogliere le loro sfide, percepire sotto la pelle le emozioni che vivono, dalle più intense alle più insidiose.
L'alternanza dei punti di vista aiuta a calarsi nelle motivazioni dei protagonisti. Come in ogni mito che si rispetti non ci sono personaggi semplici o bidimensionali. Ognuno di loro, e in particolar modo le protagoniste Inanna e Ereshkigal, sono fatte di dubbi, sofferenze, dolore e tensioni.
Inanna discende negli inferi, intenzionata a salvare sua sorella Ereshkigal, ma anche lei ha dei lati oscuri. Ereshkigal è la crudele sovrana della Casa della Polvere, ma anche lei ha un cuore che sanguina.
" Mi presento all'Inferno per ciò che sono e dovrò essere. Innocente per quello che ero e Dannata per quello che ho fatto. Se proprio questa deve essere la mia punizione, voglio che venga messa da parte la vecchia me e ci sia spazio per la Regina che l'Inferno richiede. "
Un altro elemento di spicco del libro è la cupezza dell'atmosfera e la brutalità di certe descrizioni. Un viaggio negli inferi non può essere una passeggiata, e non viene perciò trattato con leggerezza. Di capitolo in capitolo, il lettore si trova a scendere lungo vari gironi, ciascuno popolato da anime che vengono punite e crudelmente torturate per qualcosa che hanno fatto in vita. L'autrice non risparmia dettagli, motivo per cui questo libro non è per tutti.
Ma la brutalità all'interno delle pagine non è fine a sé stessa. È l'espressione di un dolore tangibile in cui il lettore potrebbe anche riconoscersi. Un dolore senza fine e senza speranza, che deve solo essere sfogato.
C'è un messaggio molto forte, che viene veicolato dalla prima all'ultima pagina, e che non può lasciare indifferenti.
"Inanna" è un libro che fa male, ma fa anche molto riflettere.