Il serpente nella mitologia come simbolo di caos e male
Il serpente è un animale da sempre connesso a numerosi miti, spesso legati a culture distanti tra di loro. Diversi sono i significati simbolici ad esso attribuiti: il suo veleno era associato alla morte o alla guarigione, le sue spire al trascorrere del tempo e al ripetersi dei cicli. A volte veniva visto come una creatura saggia e benevola, altre volte era invece associato al caos e alla malvagità.
In diverse culture il serpente è infatti un demone, un nemico. Ciò in virtù del suo particolare rapporto con la terra, intesa come materialità, in contrapposizione con l’elemento cielo, simbolo di spiritualità. Questa visione è tipica della cultura giudaico-cristiana, ma non solo.
Nella mitologia nordica, Jǫrmungandr, noto anche come Miðgarðsormr o Serpente di Midgard, è un gigantesco serpente marino, talmente esteso da riuscire ad avvolgere il mondo tra le sue spire. Figlio di Loki, il dio dell’inganno, e della gigantessa Angrboða, era il fratello di Fenrir e Hel. Quando gli Dei scoprirono che una simile progenie veniva allevata a Jǫtunheimr, la terra dei giganti, consultarono le profezie e appresero che da quei tre sarebbero derivati in futuro sfortuna e gravi danni. Per questo vennero esiliati da Odino. Jǫrmungandr in particolare venne scagliato in fondo agli oceani, dove crebbe a dismisura. Thor lo fronteggiò più volte, ma non riuscì mai a ucciderlo. Quando giungerà il Ragnarok, il Serpente di Midgard sorgerà dagli abissi e combatterà contro il Dio del tuono nel duello finale, nel quale entrambi perderanno la vita.
Un altro serpente noto ai popoli scandinavi per il suo potere distruttivo è Níðhǫggr (“Colui che
colpisce con odio”). Egli vive annodato alle radici di Yggdrasil, erodendole e tormentandole continuamente. Per il tramite dello scoiattolo Ratatoskr, Níðhǫggr si scambia insulti con l’acquila che vive appollaiata sui rami dell’albero cosmico.
Anche Níðhǫggr avrà un ruolo nel Ragnarok: nella Vǫluspá si legge che sorvolerà il mondo portando sulle sue ali i cadaveri.
Nella mitologia slava, Zmaj era un enorme serpente, nemico degli Dei celesti. Secondo il mito, Zmaj venne sconfitto da Svarog durante la creazione del mondo e venne utilizzato come aratro per tracciare i confini tra le tre dimensioni del cosmo (Jav, Nav e Prav). Dopodiché venne esiliato a Nav, il regno dei morti e dell’invisibile.
Un altro serpente associato all’oltretomba è Ningishzida, proprio della mitologia sumera.
Nel mito egizio, Apopi era un gigantesco serpente, incarnazione del caos, dell’oscurità e del male. Per via della sua natura malvagia, viveva nell’oltretomba ed era l’antagonista di Ra, il Dio sole.
Ogni giorno, quando Ra compiva il suo viaggio sulla sua barca celeste, Apopi lo attendeva in agguato, pronto a ostacolarlo. Diverse versioni del mito vedono Apopi nascosto in diversi luoghi, da cui uno dei suoi epiteti divenne “Colui che cinge il mondo”.
Lo scontro tra Ra e Apopi era talmente violento da generare tuoni e terremoti. Il grande serpente risultava sempre sconfitto, ma mai ucciso e, a ogni sorgere del sole, questi si preparava ad attaccare nuovamente.
Il serpente nel giardino dell’Eden fu colui che, secondo la Bibbia, tentò Eva, convincendola ad assaggiare una conoscenza proibita.
Nella Genesi, il serpente viene presentato come una creatura infida e ingannatrice. Nell’Apocalisse di Giovanni invece viene esplicitamente identificato con Satana.
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